shopper personalizzateShopper Personalizzate

Proponici la tua idea per le tue shopper personalizzate!

Dal 1991 realizziamo shopper personalizzate, con grafiche originali e stampate con tecnologie all’avanguardia.

shopper personalizzate

Caratterizzate da una resistenza e tenacità notevoli (in tedesco “kraft” significa forza), che gli sono attribuiti partendo dalla cellulosa alla soda o al solfato a fibra lunga, le shopper personalizzate sono uno dei prodotti cartari a più largo impiego del settore del confezionamento e dell’imballaggio.

Le shopper si presentano in fonte primaria color avana o bianco, ma possono essere personalizzate anche nel colore.

shopper personalizzate: un po' di storia.

shopper personalizzate: Introduzione

shopper personalizzate antica cina

A differenza delle shopper personalizzate, le sportine di plastica per la spesa in polietilene sono state bandite nel nostro paese nei supermercati, ma continuano ad essere largamente impiegate negli altri esercizi commerciali. E' vero che, se sono abbandonate nell'ambiente, inquinano e deturpano il paesaggio, ma questo dipende dalla nostra maleducazione ed inciviltà, non dalle sportine ingiustamente demonizzate. Proviamo a vedere come siamo arrivati a questo punto.

Chi non ha mai desiderato, nei momenti critici, di possedere un paio di braccia supplementari? E' un fatto incontestabile che, quando occorre trasportare molti oggetti, due mani spesso non bastano. L'unico modo per risolvere il problema è fornirci, per così dire, di braccia artificiali, cioè di mezzi che siano in grado di espandere le nostre capacità di contenere e trasportare oggetti. Nella storia della tecnologia troviamo sistemi di tutti i tipi, accomunati, però, dal fatto di essere, al contrario delle shopper personalizzate, quasi sempre o ingombranti o poco capienti.

Oggi le shopper personalizzate sono una realtà, ma i materiali sintetici hanno iniziato a dominare il settore delle borse per la spesa soprattutto a partire dalla seconda metà del secolo scorso: un autentico passo in avanti rispetto a quelle in vimini o paglia (che non si potevano piegare e dal volume fisso) o di stoffa (più facili da trasportare, ma poco capienti). C'era allora, però, una sostanziale differenza rispetto alla situazione attuale: i generi alimentari erano acquistati quasi tutti i giorni anche in città, grazie alla vicinanza di negozi e mercati rionali e soltanto in particolari occasioni ci si spostava dal proprio quartiere per la spesa ordinaria.

Le cose sono cambiate radicalmente negli ultimi venti-trent’anni: le persone hanno sempre meno tempo per fare acquisti, nelle città è sparita la maggior parte dei piccoli negozi, i centri commerciali e gli ipermercati sono spesso lontani dalle abitazioni. L'avvento delle shopper personalizzate di plastica ha costituito un progresso significativo sia in termini di ingombro che di capienza, tanto più che la parte più consistente della spesa alimentare si fa ormai una volta a settimana, per cui è necessario trasportare in una volta sola decine e decine di pacchetti dal carrello alla macchina e dalla macchina al frigorifero o alla dispensa di casa. E' stato calcolato che, escluso il tempo di percorrenza in auto, la vita media di una shopper personalizzate di plastica sia di 12-20 minuti. Questo cambiamento nelle abitudini di acquisto ha portato ad un incremento esponenziale nel consumo delle sportine di plastica ed a seri problemi di impatto ambientale causati soprattutto dalle nostre cattive abitudini.

shopper personalizzate: Ma come si faceva una volta?

Gli uomini primitivi consumavano il cibo direttamente nel luogo in cui veniva trovato o prodotto e, quando occorreva trasportare o conservarlo, la natura stessa forniva i materiali adatti: conchiglie, zucche, corteccia di alberi o foglie. Con il progredire della civiltà iniziarono a circolare contenitori un po’ più sofisticati, ma sempre di origine naturale: rami e tronchi scavati, fibre vegetali intrecciate o tessute, interiora e pelli di animali, argilla impastata; insomma prima delle shopper personalizzate si è usato veramente qualsiasi cosa.

shopper personalizzate: In principio fu il sacchetto di carta

shopper personalizzate antica cina

La carta costituisce la forma più antica di quello che oggi viene definito packaging flessibile per le shopper personalizzate. Già nel I-II sec. a.C. i cinesi utilizzavano fogli di corteccia di gelso da carta (Brussonetia papyrifera) per avvolgere gli alimenti. Il più antico pezzo di carta che possediamo è stato fabbricato in Cina (150 a.C.) a partire dagli stracci. Nei quindici secoli successivi la tecnica di produzione della carta si è perfezionata e gradualmente diffusa in Giappone (610), Asia centrale (750) ed Europa (1150), in cui fu portata dagli arabi che ne avevano carpito i segreti di fabbricazione ai persiani dopo la conquista di Samarcanda.

La prima cartiera europea fu costruita in Spagna intorno al 1157, mentre in Italia le prime entrarono in attività ad Amalfi (1220) e Fabriano (1276). Da qui la produzione si diffuse in tutta la penisola e nella maggior parte dei paesi europei, ma Fabriano mantenne a lungo la sua supremazia grazie soprattutto alle innovazioni tecnologiche che avrebbero portato alla realizzazioni delle shopper personalizzate.

A causa del costo elevato, però, non era neppure pensabile un impiego della carta per le shopper personalizzate, o comunque diverso da quello di supporto per la scrittura, tanto più che la materia prima, gli stracci, era sempre insufficiente rispetto alla domanda.

Le shopper personalizzate rimasero dunque un sogno irrealizzabile.

shopper personalizzate: L'inizio del sogno

Una valida alternativa economica fu trovata solo nel 1844 da Frederic Gottlob Keller, un tessitore di Heinicken (Sassonia), che depositò un brevetto per una pasta preparata dal legno. Di perfezionamento in perfezionamento, il processo di trasformazione dal legno divenne così economico da trasformare la carta da lusso per pochi privilegiati a prodotto di largo consumo.

La disponibilità di carta industriale abbondante e a basso costo aprirà le porte a tutta una serie di nuovi impieghi, compresa la fabbricazione di shopper personalizzate.

Dobbiamo l’introduzione della carta nel settore delle shopper personalizzate a quattro inventori americani che quasi nessuno conosce:

  • Francis Wolle (1817-1893)
  • Margaret Knight (1838-1914)
  • Charles Stillwell (1845-1919)
  • Walter H. Deubner

shopper personalizzate: Francis Wolle

shopper personalizzate paper bag machine

Francis Wolle, botanico e pastore protestante, inventò e brevettò nel 1852 (USP 9,335) la prima macchina per fabbricare sacchetti di carta dal fondo a V, sufficientemente capienti e robusti per poter essere utilizzati per la spesa. Questo macchinario costituì la base per la meccanizzazione del processo e per tutti i successivi miglioramenti e le successive applicazioni come ad esempio le shopper personalizzate.

Nel 1869, Wolle, insieme al fratello e ad altri fabbricanti, fondò la Union Paper Bag Machine Company, che, anni dopo la sua morte, aprì nel 1935 a Savannah un impianto ora di proprietà della International Paper ancora in funzione famosa per le sue shopper personalizzate.

shopper personalizzate: Margaret Knight

shopper personalizzate Margaret Knight prototipo

shopper personalizzate Margaret Knight

Nel 1870, Margaret Knight, impiegata della Columbia Paper Bag Company a Springfield, inventò una macchina in grado di tagliare, piegare ed incollare borse dal fondo piatto che potevano stare in piedi da sole, molto più pratiche e capienti di quelle allora disponibili; in pratica le prime vere shopper personalizzate.

Il suo datore di lavoro, all'inizio, si lamentò molto del tempo che lei dedicava allo sviluppo della macchina, ma si ammorbidì, quando gli venne offerta la possibilità di acquistare il brevetto nel caso avesse funzionato. Margaret costruì il primo prototipo in legno , ma fu costretta a farne fare uno in metallo per poter presentare il brevetto.

Un certo Charles Annan, che ebbe modo di vedere il modello in ferro mentre veniva costruito, rubò il disegno e depositò subito il brevetto a suo nome, pensando di accaparrarsi i futuri proventi della produzione di shopper personalizzate e che una donna non avrebbe mai avuto il coraggio e la disponibilità economica per affrontare una battaglia legale.

In tribunale sostenne, come prova dell'autenticità delle sue affermazioni, che una donna non avrebbe mai potuto possedere le capacità tecniche per inventare una macchina così complessa.

”Una donna può solo usare le shopper personalizzate, non invetarle."

Ma non sapeva con chi aveva a che fare. Quando Margaret Knight gli fece causa, fu in grado di esibire tutta la documentazione dettagliata della progettazione e costruzione della macchina, così, prima donna a vincere una causa per l'assegnazione di un brevetto, poté registrarlo (USP 132,890) a suo nome nel 1873 (Fig.4b).

Fondò la Eastern Paper Bag Co. ricevendo le royalties per il suo brevetto. Quando fu installato il primo macchinario, i lavoratori (uomini, ovviamente) si rifiutarono di seguire le sue indicazioni dicendo: “Che cosa può saperne una donna di shopper personalizzate e di macchine?”.

Invece Margaret Knight, considerata negli Stati Uniti l'equivalente femminile di Edison, aveva inventato il primo macchinario all'età di dodici anni e depositato il primo brevetto a 30, seguito da altri venticinque, per un totale di ben novanta invenzioni, e non solo nel campo dell'imballaggio e delle shopper personalizzate. Non si sposò mai. Dopo le esperienze di lavoro con gli uomini del suo tempo, possiamo forse darle torto?

shopper personalizzate: Charles Stilwell

shopper personalizzate brevetto Charles Stilwell

Nel 1883 l'ingegnere meccanico Charles Stilwell inventò una macchina in grado di produrre borse dal fondo quadrato e piatto e fornite di pieghe laterali che ne facilitavano l'apertura, la piegatura e l'immagazzinamento.

La differenza con le shopper personalizzate che usiamo oggi è veramente minima.

Chiamò la sua invenzione “Self-Opening-Sack” (S.O.S.), perché bastava un semplice colpo secco del polso per aprire una borsa. Purtroppo per lui, Stilwell non divenne ricco con questa invenzione, perché depositò il brevetto per i soli macchinari, che poi vendette alla Union Paper Bag Company (Philadelphia), ma non brevettò l'idea della piegatura delle shopper personalizzate, che fu prontamente copiata da molti altri.

shopper personalizzate: Walter H. Deubner

shopper-personalizzate-Walter-Deubner-monumento

Walter H. Deubner, gestore di una piccola drogheria a Saint Paul (Minnesota), osservando i suoi clienti, sprovvisti ovviamente di shopper personalizzate, si era reso conto che la quantità di merce che poteva essere trasportata con facilità era uno dei fattori limitanti nella spesa (oltre alla disponibilità del portafoglio, ovviamente).

Pensò: “Se riesco a trovare un sistema che permetta ai clienti di trasportare più cose, certamente compreranno di più”. Dopo quattro anni di tentativi, riuscì a mettere a punto un sacchetto prefabbricato poco costoso, dotato di comodi manici di corda (esattamente come le shopper personalizzate di oggi), e robusto abbastanza per trasportare da 5 a 35 kg di merce.

Lo brevettò nel 1926 chiamandolo “Deubner shopping bag”. Tre anni dopo ne produceva e vendeva oltre un milione all’anno.


shopper personalizzate: un po' di info.

shopper personalizzate: L'impatto ambientale delle shopper personalizzate

Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: non esiste attività umana di produzione o trasformazione industriale priva di effetti dannosi sull'ambiente. L'industria delle shopper personalizzate non fa eccezione.

Pensate che nei soli Stati Uniti, ogni anno, sono usati quaranta miliardi di shopper personalizzate. La necessità di reperire grandi quantità di legno ha portato, con la complicità di governi ed autorità locali, a deforestazioni selvagge che hanno messo in pericolo le grandi foreste pluviali, il polmone verde del nostro pianeta.

Le soluzioni per arginare il problema sono essenzialmente tre:

  • evitare gli usi impropri delle shopper personalizzate e gli imballaggi non necessari o ridondanti.
  • riciclare quanto più possibile la carta delle shopper personalizzate, anche se bisogna sapere che la carta riciclata non è adatta a tutte le applicazioni ed il suo aspetto, nonostante lo sbiancamento, ne rende difficile la commercializzazione. Lo stesso processo di riciclo non è innocuo dal punto di vista ambientale.
  • utilizzare quanto più possibile carta per le shopper personalizzate con marchio FSC (Forest Stewardship Council), che identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

Greenpeace ha pubblicato una guida gratuita per un uso più sostenibile della carta: è possibile scaricarla in rete all'indirizzo: http://www.greenpeace.it/deforestazionezero/foreste-a-rotoli
(se la leggete senza stamparla, è meglio )

shopper personalizzate: Entra in gioco la plastica

shopper personalizzate antica cina

I primi brevetti relativi alla produzione di shopper personalizzate in plastica risalgono al 1950, ma si trattava quasi sempre di sistemi compositi in cui i manici venivano aggiunti in un secondo momento. Le prime shopper personalizzate di plastica costituite da un unico pezzo le dobbiamo all’ingegnere svedese Sten Gustaf Thulin, che lavorava per la compagnia Celloplast di Norrköping. Nel 1965, inventò un sistema per produrre una shopper personalizzate con manico, ottenuta piegando, tagliando e saldando un tubo piatto e sottile in polietilene (Fig.8).

La Celloplast era già un’azienda importante nel campo della produzione di film di cellulosa e nella lavorazione delle materie plastiche con metodi innovativi. Grazie a questo brevetto assunse una posizione di monopolio nella produzione delle borse per la spesa e costruì impianti in tutta Europa e negli USA.

Quando le grosse catene di distribuzione commerciale iniziarono ad adottare le shopper personalizzate di plastica, si scatenò una vera e propria guerra commerciale per cercare di infrangere questo monopolio. Ci riuscì il gruppo petrolchimico americano Mobil nel 1977, aprendo la strada a tutta una serie di perfezionamenti tecnici fino ad arrivare al 1982, anno in cui le due maggiori catene di drogherie americane, Safeway e Kroger, iniziarono a sostituire definitivamente le shopper personalizzate di carta con le shopper personalizzate in plastica più pratiche ed economiche.

Una volta perduta la sua posizione dominante, la Celloplast subì un forte ridimensionamento fino a dividersi in due tronconi. Nel sito storico di Norrköping si produce ancora oggi plastica e shopper personalizzate in plastica, ma è ora il quartier generale della Miljösäck, il maggiore produttore svedese di sacchi per l’immondizia prodotti con polietilene riciclato.

Le associazioni ambientaliste hanno calcolato che il numero di shopper personalizzate in plastica utilizzato nel mondo sia arrivato a 500/1000 miliardi all’anno e l’International Trade Commission ha registrato nel 2009 un consumo di 102 miliardi di shopper personalizzate in plastica nei soli Stati Uniti.

shopper personalizzate: Plastica addio?

Un consumo così elevato di plastica, insieme alla scarsa educazione e al poco rispetto nei confronti dell’ambiente, ci sta portando ad una situazione sempre meno sostenibile. Siamo arrivati al punto che tutto quello che finisce in mare, per effetto delle correnti marine, va a formare vere e proprie isole di plastica distribuite nei vari oceani.

Anche lì, le shopper personalizzate ed i loro resti fanno bella mostra di sé. Migliaia di animali acquatici muoiono ogni anno soffocati dai sacchetti di plastica che finiscono nei mari e nei corsi d'acqua, per non parlare del microinquinamento prodotto dai frammenti più piccoli. Aggiungiamo il fatto che il polietilene è un materiale che si degrada nell’ambiente in tempi molto lunghi (20-200 anni in funzione della sua densità e delle condizioni ambientali). Eppure le shopper personalizzate in polietilene potrebbero essere riutilizzate più volte finché non cedono meccanicamente, basta soltanto ricordarsi di tenere in borsa o in tasca quei piccoli triangolini, che pesano così poco e moltiplicano le capacità di trasporto delle nostre braccia, come Kali.

Quando, poi, arrivano alla fine del loro percorso e cominciano a rompersi, basta inserirle nello specifico cassonetto per la raccolta differenziata. Ricordiamo sempre che, anche se non viene riciclato il materiale, si potrebbe sempre recuperare energia grazie all'elevato potere calorifico della plastica di cui sono fatte le shopper personalizzate.

shopper personalizzate: Che cosa è stato fatto e che cosa possiamo fare?

shopper personalizzate antica cina

Molti governi hanno cominciato finalmente a prendere coscienza del problema cercando di scoraggiare un uso indiscriminato e poco responsabile delle shopper personalizzate di plastica. Negli anni Novanta, in Inghilterra, alcune catene di supermercati e grandi magazzini applicavano un piccolo sconto sugli acquisti, se il cliente utilizzava delle shopper personalizzate portate da casa. Ma la soluzione che sembra funzionare più di tanti discorsi consiste nel colpire il portafoglio dei clienti, introducendo una piccola tassa sulle shopper personalizzate, come ha fatto la Repubblica d’Irlanda, seguita da molti altri Paesi, nel 2002.

Nello stesso anno il Bangladesh le ha bandite del tutto, perché quelle abbandonate nell'ambiente finivano per ostruire i canali di scolo aggravando gli effetti delle inondazioni dovute ai monsoni. In particolare, nel 1988 e 1998 si sono verificate inondazioni devastanti che hanno sommerso i due terzi del paese. Il bando sembra aver funzionato, perché da allora la situazione è decisamente migliorata.

Le campagne di sensibilizzazione intelligenti sull'utilizzo consapevole delle shopper personalizzate sono più che benvenute, in particolare quelle rivolte ai più piccoli che sono, forse, più ricettivi nei confronti delle problematiche ambientali.

Andrebbe anche evitato il terrorismo psicologico ingiustificato e privo di basi scientifiche che spesso troviamo nei media. Ad esempio, si è enfatizzato eccessivamente il contributo all’effetto serra dovuto alle shopper personalizzate, perché richiedono combustibili fossili per la produzione, polimerizzazione e lavorazione dell'etilene.

In realtà, le fonti principali di anidride carbonica (causa dell'effetto serra) sono il trasporto, il riscaldamento e il funzionamento degli impianti industriali, non certo le shopper personalizzate.

Forse, è anche un po' colpa di scienziati e tecnologi del settore che non sanno o non hanno voglia di parlare al pubblico facendosi capire. Un vecchio problema, e non solo per quanto riguarda la plastica…

shopper personalizzate: Problema risolto?

Come sempre, non esiste soluzione priva di danni collaterali. Per prima cosa, le persone dovrebbero essere più responsabili nell'utilizzo delle shopper personalizzate ed informate sulle differenze fra i vari materiali, perché non tutti sono compostabili o possono finire tranquillamente in discarica.

Un recente sondaggio di Legambiente per chiedere ai consumatori che cosa avrebbero utilizzato al posto delle shopper personalizzate di plastica, ha fornito questi risultati: il 73% ha votato a favore delle shopper personalizzate riutilizzabili, risultata la scelta più conveniente dal punto di vista economico ed ambientale; il 16% ha scelto la shopper in bioplastica ed il 10,4% le shopper personalizzate di carta.

Anche dal punto di vista etico la soluzione più sostenibile consiste nella riduzione drastica degli imballaggi e nell'impiego di shopper personalizzate riutilizzabili che durano anni, se si trattano con un minimo di cura. Alcuni tipi di shopper personalizzate sono un po' ingombranti, ma, dato che ormai quasi tutti vanno in auto a fare la spesona alimentare, non è un gran problema, basta tenerle sempre nel baule.

Sono comparse anche shopper personalizzate sfiziose, dal look accattivante, riutilizzabili, che occupano poco posto e non pesano, e sono ritornate le shopper personalizzate in stoffa, che, però, sarebbe bene non utilizzare per i generi alimentari non sigillati, perché diventano un ricettacolo di muffe e batteri, a meno che non siano buttate in lavatrice dopo ogni spesa.

shopper personalizzate: Per concludere

shopper personalizzate le tre erre

Possiamo riassumere la summa dei comportamenti virtuosi con tre “Erre“:

  • RIDUCI l'utilizzo delle shopper personalizzate.
  • RIUSA le shopper personalizzate.
  • RICICLA le shopper personalizzate.

FONTE